Sala stampa del “Pala San Giuseppe da Copertino” di Lecce gremita, ieri sera, per ascoltare le prime parole da head coach dell’Hdl Nardò di Luca Dalmonte, 60 anni da Imola, un lungo, prestigioso e a tutti noto curriculum nella pallacanestro italiana inaugurato oltre 40 anni fa. Lo spessore, la caratura e l’esperienza del nuovo condottiero granata fa già sognare la tifoseria e manda chiari segnali a un campionato, il girone rosso di A2, estremamente equilibrato e che lo stesso tecnico in conferenza ha definito «di livello altissimo perché, rispetto all’altro raggruppamento, risiedono le squadre maggiormente attrezzate e con più ambizioni». E Nardò, a dispetto dell’attuale classifica (8ª posizione su 12 compagini, 16 punti, 8 vinte, 12 perse, +2 sui playout ma dentro i playoff), le sue ambizioni le cova, sorretta dalla sua di storia e da una società ben strutturata che continua il percorso di consolidamento nel panorama cestistico nazionale. Il gm Renato Nicolai, al fianco di Dalmonte, non ha problemi ad ammetterlo: «Le ambizioni non sono nascoste - spiega -, questa scelta di alto livello ne è una dimostrazione, ma è il nostro stesso progetto che evidenzia la volontà di crescita del club in un campionato difficile, con mille insidie in parte superate. È un momento di ripartenza, crediamo di aver fatto la scelta giusta».
Pasini, Lombardi, Bianchini, e poi Scariolo, Skansi, Pianigiani, Messina, l’Eurolega vissuta da vicino. Ora Nardò, la voglia di far svoltare questa stagione e un futuro tutto da scrivere: «Solo in pochissimi hanno avuto la fortuna di affiancare certi allenatori, cito anche Sales. Ho cercato di rubare qualcosa a tutti e di inserirla nel mio modo di vedere la pallacanestro. Non voglio essere un illusionista dicendo che chissà come saremo differenti rispetto ad oggi - chiarisce Dalmonte -. Quello che è necessario è che ci sia un grande senso di responsabilità da parte di tutti nell’affrontare la partita». E confessa: «Io sono molto felice di essere qui (piovono applausi,