Vaccini, rischio scorte: la corsa delle Regioni contro l’emergenza

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Sta per concludersi appena la prima settimana di settembre eppure è già scattata la corsa al vaccino antinfluenzale. Non per i pazienti però, per loro è ancora presto, ma per le Regioni che dopo l’emergenza di fine 2018 hanno scelto di correre ai ripari. In vista della stagione invernale e del tradizionale arrivo dei nuovi ceppi influenzali, insieme alle Asl e su invito preciso del Ministero della Salute, i diversi Enti territoriali italiani hanno deciso di aumentare il quantitativo di tetravalente da immagazzinare nei frigoriferi degli studi dei medici di base come negli ambulatori delle Asl. Vale a dire del vaccino più completo tra quelli disponibili, il più richiesto dal circa 15% della popolazione italiana che abitualmente sceglie di vaccinarsi. L’anno scorso infatti, a causa di ordini troppo prudenti sulla base delle percentuali della stagione precedente (per evitare dosi avanzate e lo spreco di risorse economiche), non erano state commissionate dosi a sufficienza alle aziende farmaceutiche. Così in molte regioni italiane - su tutte Campania, Sardegna ed Emilia Romagna - prima c’è stato un razionamento (fino a novembre) e poi il completo esaurimento delle dosi ben prima della conclusione della campagna vaccinale. Medici di famiglia e personale sanitario degli ospedali quindi, sono stati costretti a rimandare a casa senza vaccino moltissime persone, spesso anche anziani e bambini.