Incidente, 46enne morto in uno zuccherificio. Anche il padre fu vittima del lavoro

Secondo una prima ricostruzione l'uomo stava effettuando dei lavori di manutenzione sul nastro trasportatore quando si sarebbe tranciato un braccio

Incidente, 46enne morto in uno zuccherificio. Anche il padre fu vittima del lavoro
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Sabato 4 Maggio 2024, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 12:01

Un incidente sul lavoro si è verificato la scorsa notte allo zuccherificio di Brindisi. A perdere la vita Vincenzo Valente, 46enne di Latiano, dipendente di una ditta esterna, che a quanto ricostruito stava effettuando lavori di manutenzione  al nastro dell’impianto quando si sarebbe tranciato un braccio, provocando una grave emorragia. I fatti sono accaduti poco dopo la mezzanotte. A dare l'allarme sono stati i colleghi di lavoro del 46enne. Sul posto polizia, Spesal, 118 e vigili del fuoco.


L’intervento dei pompieri si è reso necessario per riportare a terra il corpo del lavoratore che si trovava a un’altezza considerevole.

Torre e nastro - l'area in cui si è verificato l'incidente - sono stati sottoposti a sequestro su disposizione della Procura di Brindisi che ha aperto un'inchiesta per stabilire la dinamica ed eventuali responsabilità.

Il padre morto sul lavoro

Nel 2015 anche il padre, Cosimo Valente di 65 anni, aveva perso la vita in un incidente "sul lavoro". Il 65enne infatti stava aiutando un amico a potare un albero d'ulivo in un terreno di proprietà dell'amico quando cadde da una scala.

I sindacati

«Due vittime sul lavoro in Puglia nel giro di pochi giorni (il primo maggio operaio morto a Gioia del Colle), 17 dall’inizio dell’anno senza considerare quelle in itinere: cosa aspettano le istituzioni a intervenire in maniera decisa, severa, concreta per fermare questa strage?» tuonano il segretario generale della Uil Puglia Gianni Ricci e il coordinatore territoriale Uil di Brindisi Fabrizio Caliolo.

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«La Puglia si conferma tra le regioni a più alta incidenza di infortuni mortali nei luoghi di lavoro, ma nonostante le nostre proposte e sollecitazioni la politica è ancora incomprensibilmente ferma, a ogni livello istituzionale. Non può certo bastare una patente a crediti in cui la vita umana è valutata una manciata di crediti, servono interventi più incisivi. Forse è giunto il momento di creare una procura speciale che intervenga su quelli che a tutti gli effetti sono spesso omicidi nei luoghi di lavoro, occorre investire nell’assunzione di ispettori per incrementare i controlli al momento insufficienti, serve una stretta sulle aziende che non applicano le misure di sicurezza e i contratti collettivi sottoscritti dai sindacati più rappresentativi, lasciandole fuori dai bandi pubblici. Insomma, serve una risposta forte. Noi continuiamo a chiederci come avrebbe reagito lo Stato se tutte queste morti fossero state causate dalla mafia».


«Anche in Puglia si può fare di più. Un mese fa abbiamo avuto un incontro con il presidente della Regione, in cui ci erano state prospettate in serie di misure per la sicurezza: aumenti dei controlli, risorse per la formazione e per la diffusione, anche nelle scuole, della cultura della sicurezza sul lavoro. Ma al momento tutto è rimasto sulla carta. Più in generale bisogna tornare - concludono Ricci e Caliolo - a dare il giusto valore alla vita umana e al lavoro, come sinonimo di benessere e sviluppo e non di morte». Uil Puglia e coordinamento Uil di Brindisi «si uniscono al cordoglio della famiglia e dei cari dell’operaio di Latiano vittima dell’incidente».

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